La Storia del Liceo
Soppressa nel 1773 la Compagnia di Gesù, il Collegio da essa diretto nel centro della città di Como sin dal 1561 divenne il Real Ginnasio di Como, guidato per alcuni anni (dal 1774 al 1778, quando fu nominato Professore di Fisica sperimentale all'Università di Pavia) da Alessandro Volta, reggente degli studi, quindi professore di fisica. Gli studenti seguivano i corsi di Grammatica, di Umanità e di Retorica; dopo alcune incertezze furono riattivate le cattedre di Logica e Metafisica, di Fisica sperimentale e di Geometria, di Diritto naturale e di Filosofia morale. Queste in parte provenivano dai corsi superiori creati dai Gesuiti nel loro Istituto, in parte dalle cattedre fondate nel Collegio dei Dottori.
Tale rimase lo stato della maggiore scuola di Como sino all'età napoleonica.
In base alla legge sulla pubblica istruzione approvata dal Corpo Legislativo della Repubblica Italiana il 4 settembre 1802, con l'anno scolastico 1803-1804 cominciava a funzionare in Como, come scuola subuniversitaria, nel monastero delle monache agostiniane di S. Cecilia - già illustre per le committenze artistiche (determinate anche dalla qualità delle monache) e per l'educandato e la scuola femminile esterna - soppresso cinque anni prima e ceduto in uso dal Governo al Comune, il Liceo, denominato dal 1810 Liceo dipartimentale del Lario, con gli insegnamenti di umane lettere e eloquenza italiana e latina, di analisi delle idee e filosofia morale, di geometria, di fisica generale e sperimentale, di anatomia e fisiologia, di diritto di natura e istituzioni civili, di agraria e storia naturale (reggente il prof. Giuseppe Abbiati).
Sembra improbabile che ambedue le scuole si siano installate entro il 1804 nei locali del vecchio monastero, dato che i lavori di ristrutturazione, guidati dall'architetto Simone Cantoni, si protrassero per vari anni.
Nel 1811, ad esempio, fu approntato il salone della biblioteca, con l'arredo ligneo pure disegnato dal Cantoni: essa raccoglieva il patrimonio librario del Collegio dei Dottori e di quello del Gesù, con aggiunte anche eterogenee; circa cinque anni dopo fu terminata la facciata.
Nel clima della restaurazione, dopo il ritorno della Lombardia all'Austria, tutta l'organizzazione interna del Ginnasio fu riformata, con il Nuovo Codice del 1818, quella del Liceo nel 1824 mediante il nuovo Piano degli studi filosofici (seguito nel 1825 dallo Statuto disciplinare per gli studi filosofici). Gli studi duravano in totale otto anni: quattro nel corso di Grammatica, due in quello di Umanità, due in quello del Liceo.
Nel primo corso si insegnavano religione, grammatica, italiano e latino, matematica, geografia, storia, storia naturale, fisica, greco; nel secondo si insegnavano religione, stile, lingua greca, matematica, storia, geografia. Nelle due classi liceali si insegnavano (a prescindere dalle cattedre speciali) istruzione religiosa, filosofia teoretica, matematica pura elementare, filologia latina, storia universale, filosofia morale, fisica, storia naturale. L'insegnamento del Greco era introdotto ufficialmente dalla classe quarta, poi addirittura dalla terza: in compenso non era obbligatorio nel Liceo se non per coloro che si avviavano a studi universitari particolari.
Guidavano il Ginnasio un Prefetto e un Vicedirettore, cioè un controllore rappresentante il Direttore generale dei Ginnasi della Lombardia; il Liceo aveva il suo Direttore.
Nel 1851 furono istituite le conferenze mensili degli insegnanti; e, mentre andava in vigore il nuovo Piano degli studi insieme all'istituzione del professore capoclasse, fu disposta la fusione del Ginnasio e del Liceo nel nuovo Ginnasio Liceale, della durata di otto anni, con un solo Direttore. Otto anni dopo, in seguito ai rivolgimenti politici, nuova separazione: Preside al Liceo e Direttore al Ginnasio; solo nel 1877 i due corsi furono definitivamente uniti.
I programmi e le discipline non erano molto mutati rispetto a cinquanta anni prima, ma erano mutati i metodi (ad esempio: un insegnante specifico per la Matematica anche al Ginnasio, Geografia non solo relativa all'Europa occidentale e alle provincie dell'antico Impero Romano ecc.).
Affiancato ormai in città da varie altre scuole medie e superiori, il Liceo Ginnasio, intitolato al suo antico Reggente e professore nel 1865, conservò il suo prestigio e le sue ridotte dimensioni nel vasto edificio che ospitava un po' di tutto, non solo scuole.
Le sue proporzioni crebbero dopo la riforma Gentile del 1923, tanto che bisognò raddoppiare le classi prima del Ginnasio inferiore e poi di quello superiore.
Nel 1942 la riforma Bottai tolse al Liceo classico il Ginnasio inferiore, creando la cosiddetta Scuola media unica, per quattro quinti corrispondente all'antico Ginnasio. Da quell'anno è rimasta l'anomala denominazione delle classi.
Il resto è cronaca, documentata anche dai fascicoli dell'Annuario del Liceo, sospeso dopo il 1929 e ripreso nel 1974.
Che fine hanno fatto gli alunni del Liceo Volta in questi ultimi cent'anni? Non tutti hanno raggiunto la laurea, molti hanno fatto una discreta carriera, alcuni, non pochi, sono pervenuti alla cattedra universitaria o a posizioni di prestigio in ambito politico, ecclesiastico, economico ecc.
[a cura del prof. Mario Longatti]
Pubblicato il 24-08-2018